La tv del canton ticino

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oscar.telegattone
view post Posted on 6/3/2009, 19:18




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RTSI è la sigla della Radiotelevisione della Svizzera Italiana. Costituita nel 1956 sulla base delle strutture e dell’esperienza della preesistente emittente radiofonica, ha iniziato le sue trasmissioni da Lugano con 6-7 ore di programmazione alla settimana. Alcuni programmi in lingua italiana iniziano ad essere trasmessi già nel 1958, ma solo nel 1961 nasce ufficialmente la Tsi (Televisione della Svizzera Italiana) emittente nazionale che fa capo alla Srg Ssr idèe Suisse, la Società Svizzera di Radiotelevisione, ovvero il Servizio pubblico svizzero. Nel 1963 il primo contatto con gli italiani, quell'anno - scrive Pino Frisoli nel libro LA TV NELLO SPORT - in occasione della finale di Coppa dei Campioni fra il Milan e il Benfica giocata a Wembley, viene segnalato un esodo di italiani verso la zona di Chiasso, per assistere alla partita in diretta, negata dalla Rai per l'orario pomeridiano dell'incontro.

I programmi della Rtsi iniziano ad essere ricevuti in terra italiane nelle zone limitrofe alla Confederazione Elvetica fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Nel 1967 iniziano le trasmissioni a colori con il sistema Pal, all’inizio degli anni ’70 la TSI è vista nel nord Italia e in altre zone della penisola. Nel 1973 la tv della Svizzera italiana registra 70.000 abbonati che pagano un canone annuo di circa 25.000 lire dell’epoca, nel 1976 la TSI si è trasferita nel centro televisivo di Comano, dotato di impianti fra i più moderni d’Europa. Fra i personaggi e i programmi cult della televisione svizzera ricordiamo: il gatto Arturo, Mascia Cantoni (arrivata alla TSI come segretaria e diventata grazie al suo talento il volto più noto dell’emittente), SCACCIAPENSIERI (cartoni animati in onda il sabato dopo le estrazioni del lotto), Febo Conti, Enzo Tortora, Alberto Anelli, Walter Valdi, Giulio Marchetti, CAMPO CONTRO CAMPO (gioco per ragazzi condotto da Toni Martucci), Mike Bongiorno (col programma PERSONAGGI IN FIERA) tutti esiliati dalla Rai, e la replica de I PROMESSI SPOSI di Sandro Bolchi, acquisita dalla Rai, anche il telegiornale era particolarmente seguito, al fine di scovare notizie nascoste dalla Rai, inoltre il tg si della Tsi si distinse nel raccontare i fatti italiani in modo diverso da quello paludato ed ufficioso degli allora due tg esistenti in Rai. Durante gli anni ’70 la televisione della Svizzera Italiana è una sorta di terzo canale (Rai 3 non esisteva ancora) per gli oltre tre milioni di telespettatori italiani che la ricevevano. Fra gli altri programmi mandati in onda ricordo la rubrica di approfondimento Il regionale (rassegna di avvenimenti), La domenica sportiva, Un’ora per voi (settimanale per i lavoratori italiani), Tele Rama (settimanale del tg), Telescuola, cartoni animati, la rubrica per i consumatori A conti fatti, il settimanale di informazione Reporter. E, ancora, il meteo infallibile, ricercati documentari e film in anteprima. La Tsi viene vista in Italia grazie al lavoro di alcuni ripetitoristi che troveremo poi nella storia delle tv private: Angelo Saltarin con la sua Studio 74 di Modena ed altre emittenti.

Con l’avvento delle televisioni private la televisione svizzera va in crisi, negli anni ’80, dopo avere tentato un esperimento di coproduzione con la Rete4 mondadoriana (FILM STORY a cura di Enzo Biagi), unico esperimento di copruduzione con un'emittente italiana, la TSI non è nemmeno più captata in tutta Italia. La televisione della Svizzera italiana torna ad irradiare le proprie trasmissioni nella seconda metà degli anni ’90, ma con scarso seguito causato dalla sua programmazione anticonformista: niente talk-show urlati, poco varietà, molti programmi istruttivi e per ragazzi. Nel 1988 va in onda la prima serie di La roda la gira, sceneggiato cult della Tsi, secondo Aldo Grasso “la risposta ticinese a Radici, Dallas, Dynasty, ma anche quello che poteva essere L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi se solo la Rai avesse deciso di serializzarlo, trasformandolo in una grande epopea”. La roda la gira – sempre secondo Grasso - è infine la versione contegnosa della saga dei Legnanesi, e quello che non potrà mai essere Un posto al sole, format troppo astratto e sradicato. Recitata in dialetto, La roda la gira, è ambientata in un piccolo paese, racconta gioie e dolori di una famiglia ticinese dalla vita contadina del dopoguerra ai neoricchi, un vero esempio di filosofia federalista, ha come filosofia di fondo il motto: “lavorare, lavorare, lavorare”. I protagonisti sono Pepp (Yor Milano), sua moglie (Leonia Rezzonico), sua madre (Sandra Zanchi), il nonno (Raniero Gonnella), altri interpreti Mariuccia Medici (una delle massime esperte di vernacolo ticinese), Quirino Rossi, Annamaria Mion, Sergio Filipini, Silly Togni e Paolo Ferrari.

La televisione della Svizzera italiana rappresenta una possibilità in più per il pubblico del Nord Italia, un’alternativa piacevole alle reti generaliste italiane. La Ssr è responsabile della produzione e distribuzione in tutta la Svizzera di programmi radiofonici e televisiva che hanno l’obiettivo “tutelare e promuovere i valori culturali del Paese e contribuire alla formazione dell’opinione e dello svago del pubblico”. Le aziende radiotelevisive delle regioni linguistiche svizzere fanno capo alla Ssr, come la Corsi, la Società Cooperativa per la Radiotelevisione nella Svizzera Italiana, che produce e diffonde i programmi radiofonici e televisivi attraverso la Rsse, radiotelevisione svizzera di lingua italiana. La Rse comprende la radio (Rse) con tre canali, e la televisione, la Tsi appunto. Due canali Ts1, una rete generalista, e Tsi2 nata nel 1997, che completa l’offerto con lo sport e programmi dedicati a pubblici differenti. La Tsi è la parte che non c’è più della tv italiana, della Rai in particolare. E’ la tv abbarbicata al territorio, tenacemente difesa, all’interno della Confederazione, del suo essere minoranza linguistica: è ancora tv delle origini, scossa da format mondiali, ma, nello stesso tempo, orgogliosa dei propri allestimenti, magari in dialetto. “E’ per questa funzione speciale, pluridimensionale, che la Ssr percepisce il canone. Evitiamo la sorte che è toccata agli indiani Navajo. Guillame Chenevere, l’ex direttore della Television Suisse Romande, in visita a una riserva indiana nel Nuovo Messico, chiese al vecchio capo che cosa caratterizzasse l’identità del suo popolo. Il vecchio scrutò lo straniero e dopo una lunga pausa disse: “non abbiamo un’identità, non abbiamo una televisione.” Questo mirabile aneddoto conclude la relazione che Armin Walben, direttore generale della Srg Ssr Idèe Suisse, ha fatto all’assemblea generale della Corsi il 15 giugno 2002. Alla fine del 2001, quando due emittenti regionali commerciali, Tele24 e Tv3, chiusero i battenti, si scatenò una violenta polemica contro la Tv di Stato, accusata di fagocitare tutte le risorse pubblicitarie e di non lasciare spazio alla nascita del mercato libero. Così è toccato al massimo dirigente spiegare come la televisione svizzera possieda solo il 50% del mercato (l’altra metà è occupata dalle tv straniere che “entrano” nel Paese) e come, in simili condizioni di ristrettezza, non sia possibile aprire a nuove iniziative commerciali.

La tv della Svizzera italiana è ancora legata al territorio, tenacemente in difesa, all’interno della Confederazione. del suo essere minoranza linguistica: è ancora tv delle origini, scossa dai format mondiali, ma, nello stesso tempo, orgogliosa dei suo allestimenti, magari in dialetto. Fra i programmi andati in onda in questi ultimi anni film di alta qualità (tutti classici entrati a pieno diritto nella storia del cinema), documentari, telefilm, cartoni animati, il telegiornale Il quotidiano, il tg Il Regionale, e vari Tg Flash, la Santa Messa, rubriche sportive. Fra i programmi autoprodotti: La compagnia bella! programma contenitore domenicale condotto da Carla Norghauer, l’anti-letterina; Controluce di Michele Fazioli (il direttore del telegiornale) settimanale di approfondimento, in onda la domenica alle 19,15, con ospiti di prestigio e con vari temi affrontati, temi di non facile interpretazione; Televisiti, una rivisitazione della cineteca della Tsi; teatro vernacolare.

La Tsi si può considerare una tv locale: ha un bacino di utenza inferiore a quello della Lombardia. I dati Auditel 2005 registrano 342.250 telespettatori nel giorno medio.

Il 24 luglio 2006 alle ore 12,45 il segnale analogico della tv svizzera viene spento definitivamente. L’Unione Europea ha deciso che bisogna passare dalle trasmissioni via etere a quelle in analogico e la tv svizzera, con la propria puntualità, ha anticipato tutti. Per vederla ora bisognerà comprare un decoder digitale terrestre,



La Tv Svizzera dal luglio 2006 non è più ricevibile sul terrestre ora la si può vedere sul digitale. La tv della Svizzera italiana è stata, prima dell’avvento delle tv via cavo, l’unica alternativa al monopolio Rai. Riportiamo un articolo di Gigi Vesigna dell’inizio degli anni ’70 nel quale veniva presentata l’emittente.

Un colloquio con il vice-direttore dell’emittente Marco Blaser, la presentazione dei programmi e delle “signorine buonasera”: Graziella Antonioli, Daniela Grigione, Igea Bottani, Maria Broabbent.

AUGURI TSI

di Pino Frisoli

La Televisione della Svizzera Italiana compie 50 anni. E' nata infatti il 18 giugno 1958. Protagonista di quella prima storica serata e delle fasi immediatamente successive fu un piccolo gruppo composto da Franco Marazzi, responsabile, Marco Blaser, Dario Bertoni, Rinaldo Giambonini, Enzo Regusci, Giovanni Mozzanico e Caterina Bauen. Zurigo fu la sede della TSI per i primi tre anni poi, nel 1961, il trasferimento a Lugano, nella vecchia rimessa dei tram di Paradiso.
E' una ricorrenza che merita di essere ricordata, perché la Televisione della Svizzera Italiana ha avuto una grande popolarità in Italia negli anni Settanta e ha introdotto il colore molto prima della Rai, ufficialmente già dal 1° ottobre 1968. Per la TSI hanno lavorato, solo per fare qualche nome, Mike Bongiorno ("Personaggi in fiera", primo quiz a colori del grande Mike nel 1975), Corrado ("Un'ora per voi"), Enzo Tortora ("Identiquiz", "I cari bugiardi"), Mina ("Il calderone", primo quiz a colori della Tsi nel 1970).
Tanto anche lo sport. Giuseppe Albertini, il telecronista più conosciuto, ha lavorato anche con la Rai e in seguito con Canale 5, dove ha commentato il Mundialito in Uruguay e la finale di Coppa Intercontinentale Juventus-Argentinos Juniors, ma bisogna ricordare anche Gianni Bolzani (tennis), Bruno Rezzonico (tennis e basket), Giampaolo Foletti (Formula 1 e motori), Ezio Guidi (conduttore, tra l’altro, di «Giochi senza frontiere»), Libàno Zanolari (atletica), e Sergio Ostinelli (calcio), questi ultimi tre ancora attivi. Oltre al calcio svizzero e a qualche immagine di calcio tedesco e inglese, il mercoledì c'era il trionfo del calcio internazionale con le coppe europee, soprattutto nelle fasi finali. La Rai non poteva mostrare nemmeno le partite delle italiane, mentre sulla TSI, ad esempio, si poteva seguire in diretta, nel marzo 1973, andata e ritorno di Ajax-Bayern, grande sfida tra le squadre che dal 1971 al 1976 domineranno l’Europa trascinate dagli assi Cruijff e Beckenbauer. Immancabile, poi, in un sabato pomeriggio di maggio, la finale di Coppa d’Inghilterra, evento totalmente ignorato dalla Rai. E per il ciclismo tutto il Tour de France, la Formula 1 e tanto, tanto hockey su ghiaccio, popolarissimo in Svizzera. Poi, a fine anni Settanta, con la crescita delle tv locali in Italia, pian piano la TSI è tornata nei suoi confini lasciando tanti bei ricordi e tanti rimpianti. Siamo in tanti a rivolere un suo ritorno nei confini italiani. Oggi i due canali TSI1 e TSI2 hanno una programmazione di qualità, senza reality e altra spazzatura televisiva e sullo sport posso dire che i loro telecronisti sono molto bravi e competenti, come riconosciuto anche da autorevoli colleghi, senza ricorrere a quelle fastidiose urla che hanno reso famosi alcuni telecronisti di pay-tv. Oltre ai già citati Sergio Ostinelli e Libàno Zanolari, il calcio è affidato ad Armando Ceroni e Aramis Dozio.
Anche le loro rubriche sportive sono piacevoli da seguire, come la "Domenica sportiva" e gli speciali Champions League. Spiace che il pubblico italiano non possa apprezzare queste produzioni così ben realizzate.
In un filmato del 1976 Marco Blaser presenta Mina nella sua ultima uscita come ospite in Tv. Una curiosità che ho appreso dallo stesso Marco Blaser: Mina non è a Roma, come annunciato, ma negli studi televisivi della TSI, a poche centinaia di metri dal Palacongressi di Lugano dove si teneva la serata.



 
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